Titolo: Monodia di donne
Autrice: Roberta Biscozzo
Editore: Kimerik
Anno di pubblicazione: 2020
Recensione di: Elide Apice

 

5 aprile 2020

La storia del ciclo troiano che spesso svaluta la complessità dei personaggi femminili, la necessità di dare voce alle donne della Storia e delle storie, questo narra Roberta Biscozzo in Monodia di donne. Donne che parlano della propria comune concezione di vita, e che donne! Da Arianna a Elena, Perialla, Cassandra, Medusa, donne che hanno subito soprusi da parte di uomini e divinità potenti, donne che hanno subito il “chiacchiericcio” di altre donne, donne vessate che nel silenzio sono state protagoniste delle loro storia.
Arianna la dolce, che prova tristezza per Asterio. “Era solo un bambino diverso dagli altri” le fa dire l’autrice. Decide di aiutarlo chiuso in quel labirinto dove scoprirà l’amara verità, si troverà a essere complice di Teseo e penserà “ho ucciso io Asterio”, svelando l’angoscia e i sensi di colpa per una colpa sentita nel profondo del cuore.
Elena e quel matrimonio imposto con Menelao che poi si “rivelò ottimo compagno di vita”, l’arrivo di Paride che la pretende perché promessa da Afrodite, il suo nome sulla bocca dell’umanità per un’azione di cui non è responsabile, unica sua colpa la sua smisurata bellezza.
La ritroviamo sette anni dopo, “stanca di questa esistenza vacua e in attesa estenuante”, certa che nessuno crederà alla sua innocenza.
Il terzo racconto è dedicato a Perialla, “profetessa e strumento del fato” cui viene imposto un falso vaticinio in nome di Dike, la giustizia, contro l’usurpatore Demarato; Perialla, la Pizia, che finisce per pensare di essere stata messa alla prova da Apollo e di non essere quindi degna della sua stima.
Cassandra, il quarto racconto, e il suo triste destino di profetessa inascoltata che presagisce l’infausto destino di Ilio.
L’ultimo personaggio è Medusa, una della tre Gorgoni, l’unica mortale che viola il patto di verginità e viene per questo condannata anche se non ne ha colpa alcuna: è stata infatti violentata da Poseidone e – “come potevo sottrarmi alla volontà di un dio tanto potente!” – leggiamo nel suo tentativo di difesa.
Un libro molto ben scritto che accompagna i lettori nelle pieghe dei miti scritti dagli uomini che mai hanno saputo dare il giusto spazio all’universo femminile.

Perché leggerlo. È importante leggerlo perché l’autrice riesce a cogliere uno sguardo “altro” sulla condizione femminile e su come le donne, anche nei miti, siano sempre state poco considerate.

L’autrice della recensione. Elide Apice, giornalista, dirigo il portale web Teatri e Culture per il quale mi occupo in prima persona di recensioni teatrali e di libri. Lettrice compulsiva trovo nei libri la mia oasi di pace. Mi occupo di tematiche di genere e lotta alla violenza sulle donne per l’associazione Exit Strategy di cui faccio parte. Per l’associazione culturale Culture e Letture, di cui sono vicepresidente, mi occupo dell’organizzazione di eventi culturali.