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13 dicembre 2020

2020 e l’anno che verrà

Le donne, in prima fila. Nel mondo. In continua lotta.

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L’11 dicembre, il Time dichiarava Persona dell’anno, Person of the Year, la coppia Joe Biden – Kamala Harris, la prima vicepresidente donna, nera, degli Stati Uniti d’America.
E, tra le altre personalità del 2020, il Time nominava Guardian of the Year due giovani donne protagoniste delle lotte razziali: Porche Bennet Bay (nella foto di copertina qui sopra) uno dei volti delle proteste americane nate con l’assassinio di George Floyd, e Assa Traoré (nella foto di copertina del Time qui sotto), classe 1985, attivista francese di Black Lives Matter e leader del Comitato per la giustizia e la verità per Adama. Il comitato prende il nome dal suo fratellastro, Adama Traoré, ucciso dalla polizia nel 2016 .
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Anche alcuni giornali italiani si sono cimentati nel riconoscimento ormai storico del Time.
Il Foglio ha deciso di premiare la coppia dell’anno: si tratta di Ugur Sahin e Özlem Türeci, la coppia di scienziati tedeschi, figli di immigrati turchi, che ha fondato in Germania BioNTech e che ha scoperto il primo vaccino contro il coronavirus.
D di Repubblica ha dichiarato Donna dell’anno Anna Grassellino, scienziata di Marsala che a Chicago sta mettendo a punto il nuovo centro di calcolo quantistico.
Forbes ha stilato infine la sua classifica delle donne da tenere d’occhio nel 2021: tra loro anche Özlem Türeci e tante tante altre. Qui la versione in italiano.

In lotta nel mondo

L’11 dicembre, dopo oltre 900 giorni di prigionia preventiva, ha avuto inizio il processo a Loujain al-Hathloul, giovane attivista per i diritti delle donne, a partire dalla guida dell’automobile, in Arabia Saudita. Il calvario di Loujain era iniziato proprio quando aveva deciso di sfidare la monarchia più oscurantista di tutto il Golfo e guidare da sola, cosa vietata. Denunciata per questo, arrestata, secondo le ong che si occupano di diritti umani, Loujan è stata anche torturata. Il suo processo ha subito continui rinvii fino ad approvare al Tribunale speciale per i reati di terrorismo.
Shahindokht Molaverdi, ex vicepresidente riformista in Iran per gli affari femminili e della famiglia, è stata condannata a 30 mesi di reclusione per «minato la sicurezza dello Stato» con il trasferimento di documenti riservati all’estero, nell’ambito di una collaborazione con il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione e per «propaganda contro il sistema». Molaverdi, che ha già annunciato ricorso, è accusata in un altro procedimento di «corruzione, prostituzione e perversione sessuale» per le sue attività a sostegno delle donne, compresa la lotta contro le spose bambine e le restrizioni alle attività sportive delle donne. Nel marzo del 2015 Shahindokht Molaverdi era stata ricevuta da Papa Francesco in Vaticano al quale aveva parlato dei diritti delle donne. Qui un’intervista rilasciata a RaiNews in quell’occasione.
A giugno, in Iran si era sollevata un’ondata di denunce del numero montante di femminicidi nel Paese.
Il britannico The Guardian ha raccontato la storia di una donna yemenita arrivata in Gran Bretagna per denunciare le condizioni di vita nel suo Paese, martoriato dalla guerra:
Una donna che ha varcato otto confini, due deserti e un mare per arrivare nel Regno Unito e chiedere asilo ha parlato per la prima volta del suo incredibile viaggio.
La 29enne, che si fa chiamare Noor, è fuggita dallo Yemen quando la sua vita è stata minacciata e ha viaggiato da sola con solo trafficanti e altri migranti disperati per compagnia lungo il percorso. È molto insolito per una donna di un Paese come lo Yemen intraprendere questo tipo di viaggio senza accompagnamento […]Noor è stata costretta a sposarsi all’età di 14 anni, ma in seguito è riuscita a divorziare dal marito ed è diventata un’attivista per i diritti umani, concentrandosi sui diritti delle ragazze all’istruzione e sul diritto a non essere costrette a sposarsi da bambine.
Sua figlia maggiore è a rischio di matrimonio precoce nello Yemen e dice che il tempo sta per scadere per portare in salvo sua figlia e tre figli più piccoli.
Lo Yemen è stato descritto come uno dei peggiori posti al mondo in cui essere una donna ed è stato classificato ultimo per 13 anni consecutivi nell’indice Global Gender Gap del World Economic Forum.
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Sul settimanale 7 del Corriere della Sera, venerdì 9, è stata pubblicata un’inchiesta sulle molestie subite in ambito universitario.
Frasi inequivocabili, insistenti, fuori luogo. Fino all’aggressione fisica. E, per ultimo, il ricatto: «Ha minacciato di ostacolarmi nella carriera universitaria. Ha detto che non ero all’altezza di fare l’assistente, che l’avrebbe fatto sapere a tutti e avrebbe preso provvedimenti». C’è voluto un anno perché Silvia, 25 anni, modella nel tempo libero, laureanda in un grande ateneo del Nordest, denunciasse l’intoccabile barone […]

 

L’inchiesta, che vuole fornire anche informazioni utili per denunciare a affrontare questa violenza, si trova anche sulla 27esima ora, il portale
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Twitch contro l’incitamento all’odio e le molestie sessuali

La novità è arrivata questa settimana e scatta il 22 gennaio: Twitch, la piattaforma di livestreaming di Amazon, che sta sostituendo YouTube tra i giovani e non solo, ha annunciato le nuove linee guida per regolamentare e limitare la pubblicazione di parole d’odio e di molestie sessuali.
«Dobbiamo assicurarci che chiunque si presenti su Twitch si senta al sicuro e fiducioso di poter trasmettere senza molestie», ha detto in un’intervista Sara Clemens, chief operating officer di Twitch. «Ci sono componenti su Twitch, in particolare gruppi minoritari sottorappresentati, che subiscono una quantità sproporzionata di molestie e abusi online».

 

Twitch ha avuto un anno eccezionale. Durante la pandemia ha registrato un incremento notevole passando dai 17,5 milioni di telespettatori di inizio anno a una media di 26,5 milioni utenti giornalieri attuali.
Mentre per ora sui giornali italiani la notizia rimane relegata ai siti specializzati in argomenti tecnologici, il New York Times ha dedicato molto spazio all’annuncio di Twitch anche perché la questione della violenza veicolata da internet è un’emergenza seria e globale. IL NYT ha scritto:
La società aveva creato politiche più rigide nel 2018, ma è stata criticata durante la scorsa estate dopo che dozzine di giocatori e streamer, per lo più donne, hanno pubblicamente denunciato di essere stati molestati e aggrediti sessualmente su varie piattaforme, incluso Twitch. A giugno, gli streamer hanno organizzato un “blackout Twitch” di un giorno, quando alcuni si sono astenuti dal trasmettere sulla piattaforma per fare pressioni affinché indagasse e rispondesse alle accuse. La società all’epoca aveva dichiarato che avrebbe bandito in modo permanente i criminali gravi e migliorato la gestione delle molestie denunciate.

 

Il NYT prosegue:
Kenzie Gordon, Ph.D. uno studente dell’Università di Alberta che studia come utilizzare i giochi per prevenire la violenza sessuale e domestica, ha affermato che le nuove politiche sembrano essere «molto approfondite e complete». Ma il modo in cui vengono applicati, ha detto, determinerà se sono efficaci.

 

Secondo le stime, circa una persona su due è stata vittima di molestie online, ma con una netta preponderanza di bersagli femminili, soprattutto nella fascia 18-29 anni.
Vanity Fair ha pubblicato un aggiornato articolo su come difendersi.
Interessanti i suggerimenti di Leena Simon, esperta antistalking tedesca, che inizia con una regola base: «non darei mai e poi mai la password del mio cellulare al mio fidanzato!» Chiaro? Li abbiamo trovati sul Süddeutsche Zeitung che ha gli articoli a pagamento,
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Una battuta infantile, stupida, inaccettabile in diretta Rai pronunciata da un cronista. Qui il racconto.
Sempre in Rai, le parole non proprio comiche della comica Luciana Littizzetto sulle foto di nudo di Wanda Nara, che l’ha querelata.
Sul sessismo televisivo, fa il punto un articolo di The Vision.
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Come al solito anche questa settima in casi non sono mancati. E allora ribaltiamo questa rubrica con una foto e una notizia dalla Francia.
Parigi donne
La sindaca di Parigi proprio insiste. La foto è di un dibattito che si è svolto nella capitale francese sulle politiche ambientali, ecologiche e sul rilancio economico dell’area. Al centro lei, Anne Hidalgo, attorniata da un parterre di tre donne e un uomo, oltre alla conduttrice. Insomma, 5 a 1. E per aver sbilanciato “troppo” sulla componente femminile tra i dirigenti dell’amministrazione cittadina, Hidalgo proprio ieri ha ricevuto una multa per violazione della parità di genere. Lo ha raccontato Le Monde e la notizia è stata ripresa in tutto il mondo. Paradosso Parigi, ha titolato il Corriere della Sera.
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